… ὁ δὲ ἀνεξέταστος βίος οὐ βιωτὸς ἀνθρώπῳ …
… un’esistenza che non viva dell’interrogare non sarà mai, per l’uomo, vera vita … (Platone, Apologia, 38 a 4)
La scienza — nella sua più iniziale determinazione — si genera tramite la parola interrogante (dia logon), intesa quale primario accesso del senso e al senso.
ScienzaNuova offre un foro dialogico per la rigenerazione del sapere scientifico, affinché il suo interrogare concorra all’edificazione di un mondo umano sulla terra.
La scienza consiste nel tentare la verità e nel custodire il vero in tutte le sue forme, e questo in modo che le forme del vero si costituiscano di volta in volta come la prima guida dell’edificare e dell’abitare.
ScienzaNuova invita i diversi saperi e i loro cultori a cimentarsi non in uno sterile scontro per il prevalere di una verità sull’altra, o per l’affermazione di una presunta “Verità Assoluta”, bensì a una cooperazione che persegua, innanzitutto, il chiarimento del senso della verità e del suo generarsi.
La scienza, fin dal suo esordio greco, si richiama alla bellezza del semplice e dello schietto come originario criterio di verità (simplex sigillum veri).
ScienzaNuova convoca l’odierno sapere scientifico e le odierne competenze tecniche al costruttivo confronto con la sempre giovane e futura arte degli inizi.
La scienza trova la sua prima, e oggi ormai obliata, casa nel pensiero greco e nella tradizione filosofica da esso scaturita.
ScienzaNuova predispone le condizioni affinché si risvegli, negli odierni saperi tecnici, il senso della — in sé problematica — formazione filosofica dei loro concetti operativi e delle loro procedure ideative.
La scienza, iniziata nella sfera dell’antica lingua greca, e giunta, per decisiva mediazione del latino di Roma, nelle moderne lingue europee, “abita” oggi l’elemento del formalismo matematico e della lingua veicolare (attualmente l’inglese planetario; domani, forse, il “cinese per tutti”).
ScienzaNuova crea lo spazio critico nel quale possa ridestarsi l’essenza intrinsecamente linguistica del sapere, mettendo in guardia contro i pericoli insiti in un progresso scientifico basato sull’incondizionata informatizzazione delle lingue madri.
La scienza, colta nel moto della sua tradizione greco-europea, si cura e al tempo stesso non si cura del divino. Quando se ne cura, assume il mito, fondando la teologia (nelle sue varie accezioni); quando lo trascura, diviene la “mente” della dissoluzione di ogni divinità.
ScienzaNuova si propone come luogo in cui la cura e la trascuratezza della sfera divina possano fruttuosamente confrontarsi in vista di una riformulazione della “questione del Dio” nel suo senso più semplice e originario.
La scienza dona ai vari saperi quell’unica sovrumana libertà verso cui ciascuno di essi, secondo la particolare natura del proprio indagare, è già da sempre orientato, e che sempre di nuovo deve ritrovare (Libera Uni-versitas).
ScienzaNuova, nel prefigurare l’Universitas, mira a riaccendere, nel novero dei saperi particolari, la memoria di tale loro orientamento fondamentale, affinché le conoscenze a cui essi danno luogo custodiscano l’inverarsi della libertà.
La scienza assegna il compito di progettare la dimensione dell’utile affinché ogni progetto conoscitivo possa sostenere l’uomo nella cura dell’inutile a cui è nativamente addetto.
ScienzaNuova esorta tutti coloro ai quali sta a cuore la conoscenza a stupirsi dinanzi alla deriva costituita dalla ricerca del potenziamento tecnico dell’utile in cui si esalta innanzitutto, se non unicamente, la stessa nuda volontà di potenziamento, ed elabora riflessioni capaci di mitigare tali eccessi.
La scienza nasce dallo scorgimento del bisogno di fondazione in cui versa il senso delle cose. Essa si prodiga nell’istituire il tempo quale primario instauratore dello spazio; nel condurre la terra (la natura) verso la genesi di un mondo (la realtà); nel procurare la lingua all’umano consesso; nel preservare l’incanto dell’arte e la grazia della fede; nel meditare il rimedio della malattia nel rispetto della morte; nell’offrire la fonte al diritto e la misura alla tecnica.
ScienzaNuova costruisce le vie e i metodi grazie ai quali i saperi particolari possano essere ripresi dalla dispersione in “discipline” separate, per essere criticamente ricondotti al loro principio genuino, che oggi assume l’unico tratto della “performatività”, cioè della corsa al “risultato spendibile” e al “valore”.
La scienza pondera la contesa tra il “Sì” del mondo (il bene) e quel “No” (il male) che proprio tale “Sì” necessariamente reca in dote, delineando perciò i capisaldi dell’etica. Scienza: null’altro, dunque, che l’Edificio dell’ospitalità del mondo.
ScienzaNuova non è una “nuova scienza”, né una “superscienza”, né un arbitro di scientificità, bensì un seme, gettato nel nostro tempo, della più antica e genuina vocazione, per l’appunto, della scienza.