Andrea Moro, «Il pensiero osceno: Dante, Pietramala e la truffa delle lingue geniali», ScienzaNuova
Che nesso c’è fra lingua e natura, intendendo quest’ultima come naturalezza e necessità? Dante parla del volgare come di quella lingua che “si apprende senza bisogno di nessuna regola”. E molto prima di lui Marco Varrone diceva “Chiamo natura il caso nel quale tutti noi non chiediamo come declinare un nome dato […] ma lo decliniamo da soli”. In che senso le regole della lingua sono naturali? Come e fino a che punto vengono interiorizzate? Il professor Andrea Moro, celebre linguista ordinario alla Scuola Universitaria Superiore (IUSS) di Pavia, parte da queste domande sulla lingua come necessità per arrivare a esplorare la lingua come utopia: ha senso il progetto o la ricerca di una lingua perfetta, razionale, primaria? Questo conduce a pensare la lingua come possibilità. Qualunque sistema di regole può portare ad una lingua oppure no? E le regole linguistiche possono essere ottimizzate per ottenere una lingua ideale?