Giuseppe Langella, «Visioni eutopiche: La città dei sogni da Vittorini a Calvino», ScienzaNuova
Il professor Langella ci accompagna in un viaggio alla scoperta delle città “viste” da Elio Vittorini, in “Le città del mondo” (1969), e da Italo Calvino, in “Le città invisibili” (1972). In che senso queste città, spesso terribili, devastate, stranianti, sono descritte anche sulla base di istanze utopiche? Attraverso l’analisi dell’origine, della struttura e dell’evoluzione di queste città, il professore ci aiuta a capire la dimensione del Sogno che le permea.
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” (I. Calvino, Le città invisibili)