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In quattro incontri Eugenio Regazzini, professore emerito al Dipartimento di Matematica dell’Università di Pavia, illustra il significato soggettivo della probabilità ed espone, in modo succinto ma completo, la definizione di distribuzione di probabilità su una classe arbitraria di eventi (condizionati se richiesto dalle circostanze) e di previsione su una classe arbitraria di numeri aleatori limitati (condizionati se richiesto dalle circostanze).

Di tale definizione il professor Regazzini esamina le conseguenze sul calcolo delle probabilità, soprattutto in relazione all’impostazione assiomatica di Kolmogorov e, a proposito della teoria generale che ne scaturisce, discute condizioni in presenza delle quali “definizione classica” (Laplace) e “definizione frequentista” (von Mises) possono essere riviste come criteri, non unici quantunque largamente seguiti, per la valutazione di probabilità.

In questa lezione vengono affrontate le regole del calcolo che discendono dal principio di coerenza e le loro conseguenze.

Facendo seguito alla disamina delle questioni fondamentali del filosofare (https://www.youtube.com/watch?v=M6O1_kGrxQs), il professor Zaccaria passa ad analizzare il problema del Male. Che è il Male? E’ un tratto dell’uomo oppure no? E che rapporto intrattengono Male e Uomo?

In quattro incontri Eugenio Regazzini, professore emerito al Dipartimento di Matematica dell’Università di Pavia, illustra il significato soggettivo della probabilità ed espone, in modo succinto ma completo, la definizione di distribuzione di probabilità su una classe arbitraria di eventi (condizionati se richiesto dalle circostanze) e di previsione su una classe arbitraria di numeri aleatori limitati (condizionati se richiesto dalle circostanze).

Di tale definizione il professor Regazzini esamina le conseguenze sul calcolo delle probabilità, soprattutto in relazione all’impostazione assiomatica di Kolmogorov e, a proposito della teoria generale che ne scaturisce, discute condizioni in presenza delle quali “definizione classica” (Laplace) e “definizione frequentista” (von Mises) possono essere riviste come criteri, non unici quantunque largamente seguiti, per la valutazione di probabilità.

In questo secondo incontro, il professore analizza l’impostazione soggettiva della probabilità secondo De Finetti.

Link prima lezione: https://www.youtube.com/watch?v=XjJBcxsS35k&t=5697s.

In quattro incontri Eugenio Regazzini, professore emerito al Dipartimento di Matematica dell’Università di Pavia, illustra il significato soggettivo della probabilità ed espone, in modo succinto ma completo, la definizione di distribuzione di probabilità su una classe arbitraria di eventi (condizionati se richiesto dalle circostanze) e di previsione su una classe arbitraria di numeri aleatori limitati (condizionati se richiesto dalle circostanze).

Di tale definizione il professor Regazzini esamina le conseguenze sul calcolo delle probabilità, soprattutto in relazione all’impostazione assiomatica di Kolmogorov e, a proposito della teoria generale che ne scaturisce, discute condizioni in presenza delle quali “definizione classica” (Laplace) e “definizione frequentista” (von Mises) possono essere riviste come criteri, non unici quantunque largamente seguiti, per la valutazione di probabilità.

In questo primo incontro, il professore introduce e contestualizza il tema.

Quali sono le questioni fondamentali della filosofia? Discute brevemente questo punto il professor Zaccaria, mettendo a fuoco in particolare la questione che le racchiude tutte: la questione dell’essere.
A partire da quali di queste domande vengono lasciate aperte e a quali viene invece data una risposta-tentativo non discussa, si costituiscono specifiche indagini del sapere quali la filosofia politica, la teologia, le scienze.

Che tipo di relazione intrattengono fisica e matematica? Si influenzano a vicenda? E in che modo?
Ne parla il fisico Mauro Carfora in dialogo con il filosofo Gino Zaccaria, partendo dall’esempio della descrizione dei moti relativi per arrivare alla fine del dibattito a discutere che cosa si intenda con “verità” in ambito scientifico.

“Fare previsioni è una cosa molto difficile, specialmente se riguardano il futuro” diceva Niels Bohr. E’ con questa considerazione che il fisico matematico Vieri Mastropietro inizia a discutere di come vengano fatte predizioni in ambito scientifico e in che senso queste siano attendibili. La necessità di avere un qualche controllo su eventi futuri sembra che ci sia sempre stata nella storia dell’uomo, ma solo con la scienza sembra che questa sia diventata veramente efficace ed efficiente. Questa possibilità di predire eventi futuri rende manifesti anche gli aspetti di genio e creatività che spesso sono all’origine di una descrizione scientifica o di una dimostrazione. Aspetti che sono stimolati anche dall’errore, il quale gioca un ruolo fondamentale nell’evoluzione della scienza. D’altronde, “se non si rischia di sbagliare, non si rischia di dire cose interessanti”.

Il professor Natoli affronta qui il tema dell’intelligenza artificiale a partire da due interrogazioni fondamentali: che è l’uomo? che è l’intelligenza? Attraverso intuizioni di grandi pensatori e scoperte paleontologiche, si può provare a far vedere come l’intelligenza si articola con l’articolazione della mano, e cioè con la manipolazione del mondo. Ma qual è il rapporto fra intelligenza, mano e calcolo? La coscienza è “calcolabile”?

Is there anything that scientists do that can’t be automated? Questo l’interrogativo che si è posto Dan Falk nel suo articolo “How artificial intelligence is changing science?” pubblicato nel Marzo 2019 su Quantamagazine. Il dubbio è motivato dal recente cospicuo utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale nella ricerca scientifica, dalla dinamica delle galassie al calcolo di funzioni d’onda di sistemi quantistici. Partendo da qui, il professor Carfora passa a indagare il rapporto fra intelligenza artificiale e intelligenza umana. Potrà mai la prima esaurire le possibilità della seconda? Il celebre fisico Roger Penrose fu aspramente criticato per il suo scetticismo sulla questione. Nel suo libro “Shadows of the mind” e in altri scritti, ha infatti sostenuto che la coscienza non sia un fatto meramente computazionale.

Che cosa intendiamo con “intelligenza artificiale”? Succede spesso di confonderla con una qualunque tecnologia avanzata di ingegneria informatica in grado di sostituire l’uomo in una certa mansione. Queste ultime sono certamente tecnologie intelligenti, nel senso che sono idee geniali, ma non sono espressione di un’intelligenza analoga a quella che ci distingue. E qual è la linea di confine fra tecnologie avanzate considerate intelligenza artificiale e quelle escluse da questa categoria? Che cos’è il test di Alan Turing? E’ una valida strategia per dirimere questa questione?
Ne ha parlato il professor Varzi per ScienzaNuova alla sua quinta edizione, dedicata proprio all’IA.